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Se i gatti perdessero la coda

Un piccolo viaggio nell’assurdo quotidiano, dove anche una coda può cambiare il senso delle cose.

Tempo di lettura: 2 minuti

Se i gatti perdessero la coda, dovremmo accettare l’idea che all’uomo possa crescere. Dovremmo allora decidere se mostrarla o nasconderla.
All’inizio, i più la nasconderebbero: il senso del pudore è molto alto nella creatura umana. E fin tanto che è piccola sarebbe anche semplice nasconderla, pur con qualche artificio. Crescendo, tuttavia, diventerebbe difficile tenerla nascosta. A quel punto, ai più intraprendenti e dalla faccia tosta, verrebbe l’idea che tutto sommato mostrarla potrebbe essere un vantaggio, un’occasione per risultare più attraenti.

Ed eccoli allora: li vedo già tutti a mostrare la coda, a sfoggiarla in ogni modo possibile, a farci méches, treccine, a riempirla di balsamo e ciondolini rumorosi, oppure a rasarla e tatuarla per apparire più tosti.

E poi, come sempre accade da queste parti, entrerebbero in azione i geni del marketing: non si può mica ignorare un affare del genere. Sarebbe la nuova corsa all’oro, con tutti pronti a inventarsi qualsiasi cosa per far crescere la coda più sana e forte, per renderla più morbida e setosa o più ispida e dura, a mo’ di spada.
Certo, a qualcuno potrebbe anche venire l’idea di usarla come arma. Non mancherebbero certamente i fan della chirurgia estetica, con interventi mirati ad aggiustare questo o quel particolare irritante e fuori moda. Gli stilisti avrebbero tanto lavoro e alla fine sarebbero quotati in borsa, con tanto di azionisti e riviste specializzate.
E degli influencer e dei meme strizzacervello, vogliamo parlarne?
Beh, se la natura togliesse la coda ai gatti per darla all’uomo sarebbe un bel guaio.

Meglio lasciar perdere.

© 2025 Carlo Importuna — Tutti i diritti riservati.

Ogni racconto è un piccolo viaggio: grazie per aver camminato piano con me

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2 commenti su “Se i gatti perdessero la coda”

  1. Maria Defilippo

    Buongiorno Doc,per curiosità ho letto i due racconti è penso che leggere sopratutto i racconti le storie immergersi nell immaginazione sia una cosa stupenda e non c è cosa più bella del rumore o meglio del suono del mare per rilassarsi ,grazie.

    1. Grazie di cuore, Maria, per il tuo commento.
      Hai colto davvero il senso dei miei racconti: aprire spazi all’immaginazione, dove parole e silenzi si muovono come onde del mare. Anch’io penso che leggere sia un modo per viaggiare dentro e fuori di noi.
      E il mare… resta sempre il luogo perfetto per ascoltare, pensare e sentirsi a casa.

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