In questo sito condivido riflessioni e contenuti che attraversano filosofia, psicologia, arte e medicina, con uno sguardo integrato e transdisciplinare. Scrittura e immagini costituiscono il mezzo espressivo attraverso cui indago non solo la dimensione reale dell’esperienza umana, ma anche quella immaginativa, simbolica e metafisica.

Il linguaggio proposto non è sempre immediato, poiché mira a sollecitare un dialogo tra ciò che è tangibile e ciò che viene percepito interiormente: un ponte tra il dato concreto e la visione, tra la realtà osservabile e la sensibilità individuale o collettiva. Ogni contenuto si offre così come stimolo per un processo di esplorazione interiore, di consapevolezza e di trasformazione.

ballerina

Solo alcune premesse

E se il racconto diventasse vita, e la vita diventasse racconto?
Se la luce non fosse esattamente come la immaginiamo, e i colori fossero soltanto una fugace e cangiante illusione?
Se i suoni cambiassero armonia in base all’orecchio e al cervello che li ascolta?
Se la poesia scavasse nell’anima fino a raggiungere il fondo dell’incoscienza, per poi spingere il proprio contenuto verso l’alto, attraverso lo stretto tunnel della coscienza?
E se i “se” si moltiplicassero a dismisura fino a raggiungere l’infinito?
E se l’infinito non fosse altro che un grande mucchio di “se”, accumulati senza sosta in una gigantesca e microscopica goccia di nulla?
Se non ci fosse l’uomo a creare i suoi “se”, esisterebbe comunque una realtà capace di creare l’infinito?
Probabilmente sì, ma avrebbe un altro senso, un’altra ragione d’essere, un altro “se”. Un “se” che non ci apparterrebbe, invisibile agli occhi e alla ragione, creatore di un mondo, un universo, un infinito totalmente diverso e inspiegabile.
L’uomo crea il mondo e lo dipinge secondo i dettami della propria coscienza; facendo ciò, inventa il proprio personale Infinito, composto da infiniti “se”, irrisolti e illusori.

Il senso della vita tra realtà, immaginazione e psicologia.

La vita è un gioco sconclusionato con regole traballanti e sgangherate ma allo stesso tempo capace di meraviglia e feroce bellezza

“La nave solcava veloce le fredde acque. Di tanto in tanto il mozzo scrutava quella macchia inquieta che si perdeva senza fine all’orizzonte. Aveva a lungo riflettuto sull’opportunità di imbarcarsi in un’avventura simile: certo, i pericoli erano nascosti ovunque, ma la bellezza… che dire della bellezza? Avrebbe potuto resuscitare un morto, e rinunciarvi sarebbe stato un sacrilegio”.

© 2025 Carlo Importuna — Tutti i diritti riservati

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Racconti intensi e poetici. Lettura 8 minuti IL VIAGGIO Guardo avanti. L’autista, un ragazzo biondo…

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