Un frammento breve e poetico sulla ricerca del senso, tra oggetti dimenticati, immagini smarrite e verità nascoste dietro simboli e silenzi.
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Aveva percorso in lungo ed in largo quel luogo desolato, soffocato da immagini vacue e perse come in una soffitta ricolma di oggetti dimenticati.
Persi agli occhi della ragione e degli inganni della vita.
Forse avrebbe potuto continuare a rincorrere la verità racchiusa in un guscio di noce, o a sgranare uno a uno i chicchi della pannocchia d’oro che, gelosa della propria bellezza, si rigenera alla stessa velocità con cui viene spogliata.
Ma a quale prezzo?
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Nota redazionale
In questo breve passaggio, l’autore ci conduce in un paesaggio mentale, desolato ma vivo, in cui la memoria si mescola all’illusione. Le immagini — una soffitta ricolma di oggetti dimenticati, un guscio di noce che cela verità, una pannocchia d’oro che si rigenera — non sono semplici ornamenti, ma simboli di una riflessione più profonda sul senso della ricerca, sull’ossessione per la bellezza e sul prezzo del disincanto.
Il testo invita a interrogarsi: quante delle nostre verità rincorriamo per istinto, e quante sono solo riflessi di un inganno necessario?
In bilico tra poesia e filosofia, questa scrittura apre uno spiraglio sul paradosso dell’esistenza umana: cercare ciò che si trasforma mentre lo afferriamo.
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