Sei mai rimasto solo?

Un viaggio attraverso il silenzio, alla scoperta di suoni dimenticati e vite invisibili.

Tempo di lettura: 2 minuti

Vi è mai capitato di restare completamente soli?
E per soli intendo per davvero.
In casa, senza telefono, computer, televisione.
Neanche i vecchi sono mai completamente soli.
Siete mai entrati in una casa di un’anziana e simpatica signora?
Te ne accorgi appena varchi la soglia.
Sì, perché anche se non lo vedi, lo senti subito.
Entri dall’ingressino che precede un lungo corridoio, le porte si susseguono una dopo l’altra.
La cucina, il salotto buono, dove si entra solo per le feste o per ricevere il dottore, il bagno che emana un forte odore di saponetta alla lavanda.
«Avanti, venga pure.»
E la senti.
Come potrebbe essere altrimenti?
Ad un volume che farebbe invidia a un trapper, senti la De Filippi che, con voce roca, dà lezioni di vita a due diversamente giovani.
E lei è lì, ipnotizzata davanti alla luce blu che, con lampi invisibili, cambia continuamente colore.
Ma sto divagando.

Inizialmente ti stendi sul letto, sì, un bel libro è quello che ci vuole.
Sì, però è noioso, e poi la schiena inizia a far male.
Allora ti alzi.
C’è la cucina da sistemare, il terrazzo da spazzare.
Quei soprammobili sono terribili, perché non li ho buttati?
C’è addirittura, ancora, la statuina di ceramica di Capodimonte del matrimonio di Simona… di dieci anni fa.
Devo trovare una scatola, quelle ormai, da quando quel buon uomo di Amazon ha deciso di migliorarci la vita regalandoci tutti quei bei momenti di beata pigrizia, ci sono sempre.
La butto via, un po’ mi dispiace, anche se brutta, mi stavo affezionando.

La scatola si riempie in fretta, la guardo impietosita, sembra dire: «Perché lo fai?»
Ho spazzato, messo i piatti in lavastoviglie, sistemato la biancheria.
La scatola no, la lascio un po’ dietro la porta d’ingresso, magari domani ci ripenso.

E dopo.
Dopo arriva il silenzio.

Senti suoni e rumori che non hai mai sentito o hai dimenticato.
Il rumore dei piedi che strisciano sul parquet, l’acqua che esce dal rubinetto, il tintinnio delle posate, il ronzio del frigorifero.
La casa sembra animata da spiriti invisibili, che vivono malgrado te.

E allora te ne accorgi.

Vivi in un frullatore dodici ore al giorno, e quando non sei sazio, continui anche per altre dodici.
Ma un frullatore gira veloce, ed a quella velocità è difficile accorgersi anche del rumore del proprio respiro, figuriamoci della vita che ti passa accanto.

Sei mai rimasto solo?

© 2025 Carlo Importuna — Tutti i diritti riservati.

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